[G1097]Skopje 2014 – Unknown magnitudo

Nel 1963 Skopje venne quasi interamente distrutta da un terremoto dove persero la vita più di mille persone. La comunità internazionale si mobilitò, dando vita ad un piano di ricostruzione della città. Venne indetto un bando a cui parteciparono otto grandi firme di architetti internazionali. Kenzo Tange e Janko Konstantinov furono i due architetti che maggiormente lasciarono il segno nella Skopje degli anni ottanta. Il progetto della nuova Skopje era il figlio del suo tempo: immaginava una città moderna, futurista e su più livelli, dove mezzi e persone si muovevano in spazi differenti.

Il metabolismo di Tange era infatti una versione Japan di quel brutalismo architettonico che aveva affascinato gran parte dell’Europa post-bellica.

Quasi cinquant’anni dopo un nuovo terremoto si abbatte su Skopje. La portata è differente e va a colpire l’identità e la storia della città. Quando nel 2010 il governo macedone fece uscire un video che presentava come sarebbe stata Skopje nel 2014, molti pensavano che si trattasse di una boutade, alcuni di uno scherzo. Pochi anni dopo quel progetto megalomane è diventato realtà.

Da lì a poco iniziarono a spuntare come funghi edifici fuori da ogni concezione architettonica che hanno cambiato definitivamente l’incompiuto progetto post-terremoto. Il bando governativo per la realizzazione degli edifici specificava che le opere dovevano essere costruite secondo i canoni del barocco, classicismo, neo-classicismo, realismo o neo-realismo. “Il solo fatto di leggere un termine come neo-realismo in architettura, faceva capire la totale ignoranza di chi aveva presentato il bando” spiega Leonora Grcheva, architetto macedone.

Stiamo parlando di una serie di interventi su vasta scala ed un’enorme somma di denaro investita. continua la Grcheva “Proprio per la vastità del progetto e la scarsa capacità dell’opinione pubblica di valutare quanto possa costare è stato semplice aggiungere milioni di euro. In Skopje 2014 non c’è progettualità, non c’è né una ragione né una strategia, c’è però un’idea: quella di cancellare il passato che viene identificato con l’architettura. Ora sappiamo che l’intero centro cittadino sarà rinnovato. Tutti gli edifici costruiti tra gli anni trenta e settanta, molti dei quali considerati patrimonio storico-artistico ed alcuni riconosciuti e premiati internazionalmente verranno completamente ricoperti e ricostruiti in questo nuovo stile. C’è questo bisogno malato di coprire qualsiasi cosa appartenente al periodo socialista”.

Considerando che la Macedonia è uno dei paesi più poveri d’Europa e la situazione sanitaria del paese è drammatica, investire tutti questi soldi per opere architettoniche e “artistiche” è uno schiaffo in faccia alla popolazione.

Il centro di Skopje è diventato una sorta di parco giochi gigante: pullman a due piani in plastica rossa sfrecciano per le vie della città, statue raffiguranti personaggi sconosciuti si ergono ovunque, i palazzi governativi ed i musei assomigliano a dei templi. Tre galeoni in cemento dominano il fiume Vardar ed una ruota panoramica stile London Eye è in fase di costruzione.

Lo scorso 5 maggio gli studenti si erano radunati davanti al palazzo del governo, soprannominato Torta, carichi di uova e patate da donare alla facciata principale. Al lancio delle patate lo stupore fu enorme, non rimbalzavano sulla facciata né si rompevano. Si infilavano direttamente nel muro! Quello che alla vista potrebbe sembrare marmo bianco è in realtà un materiale altamente infiammabile, una sorta di polistirene compatto. Molti dei palazzi costruiti negli anni sessanta vengono ricoperti da questo materiale e si trasformano in templi con tanto di colonne.

Per Ivana Dragsiqi, conduttrice radiofonica di Kanal 103, “Skopje 2014 è il più grande investimento edilizio che abbiamo avuto in Macedonia, la proiezione del più criminale e repressivo primo ministro della storia macedone. Un progetto che include più di cento monumenti e sculture, trentacinque edifici, innumerevoli facciate e altri tipi di interventi urbani in spazi pubblici. È un processo di ri-nazionalizzazione dello spazio pubblico, di privatizzazione dello Stato, un processo che ha devastato parte consistente dell’ambiente urbano e che non ha nulla a che vedere con l’identità nazionale, l’urbanizzazione o l’architettura. Skopje 2014 è la più grande truffa ai danni della popolazione macedone. Per me”, conclude la Dragsiqi ”è la cosa peggiore che sia capitata alla città, allo spazio pubblico e ad ogni parametro di decenza del vivere cittadino”.

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