Sevra Baklaci

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(Harbye, Marzo 2014) Sevra Baklacı è una giovane donna giornalista. Sevra è turca, ma anche un po’ siriana. Sevra è una persona mite che vive perseguendo le sue idee, il suo senso di giustizia, senza aver paura di mettersi in gioco, ma finisce, per il suo lavoro di giornalista, nella lista nera dell’opposizione siriana.Sevra Baklaci running for the elections in Defne

Sevra Baklacı nasce nel 1983 a Yeşilpınar, un piccolo villaggio a sud di Antiochia nella Turchia meridionale. La più vecchia di tre sorelle, «era difficile fare amicizia con i miei coetanei quando ero piccola, dato che ero cresciuta in un’ambiente di persone anziane. Mi sentivo più matura e vedevo il mondo con altri occhi. Riuscivo a coglierne i dettagli».

Si sposta a Gaziantep, il capoluogo della provincia vicina, per l’università. Dopo una laurea in scienze sociali torna nella provincia di Hatay, dove inizia a lavorare come insegnante delle medie. Finiti i contratti rimane disoccupata per tre anni, «iniziai a preparare il KPSS¹, ma una volta passato non diede i suoi frutti».

Sevra Baklaci in her way to a meetingNel 2011 a pochi chilometri da Antiochia, scoppia la Guerra civile siriana, Sevra si era trasferita a Damasco pochi mesi prima per migliorare il suo arabo, «la madrelingua in Hatay è l’arabo, ma siccome la politica del governo turco non ne permette l’insegnamento a scuola, non sapevo nè leggere, nè scrivere. Quando arrivai a Damasco, mi sentii come tornata alle origini, ero a casa. In Turchia era difficile vivere la mia cultura». La provincia di Hatay è una lingua di terra che penetra nella Siria, venne annessa alla Turchia nel 1939 a seguito di un referendum popolare.

Durante il primo periodo a Damasco, Sevra è colpita da come le notizie sulla situazione siriana venivanoSevra Baklaci trattate differentemente in Turchia, scrive diverse lettere ai media turchi, esprimendo quanto fosse diversa la situazione reale, ma non ottiene risposta. «Nel 2012 iniziai a lavorare per la Syrian Arab News Agence (SANA), traducevo le notizie in turco», nello stesso periodo Sol, una testata comunista turca, la contatta per un’intervista. Dopo l’intervista, Sevra inizia a scrivere per il giornale come reporter dalla Siria. «L’anno successivo, SANA mi propose di diventare conduttrice televisiva, ero tentennante, non volevo accettare, il posto era vacante, mancava personale, c’era la guerra e alla fine mi sono decisa. Le notizie dei media turchi su quello che stava accadendo in Siria erano falsate, volevo offrire una scelta».

Sevra Baklaci at the BaazarPoco tempo dopo Sevra scopre di essere nella lista nera dell’opposizione siriana, come succede alla maggior parte dei giornalisti che lavorano per la tv di Stato. «Stavo digitando il mio nome su google» ride, «e mi scoprii in una death-list dell’opposizione. Passai oltre senza preoccuparmi più di tanto. Non dissi niente a nessuno. Dopo mesi lo raccontai ad un’amica, raccomandandole di tenerselo per sé, non volevo che la mia famiglia si preoccupasse. Non riuscii nell’intento. La mia amica lo raccontò e quando la notizia uscì, i miei volevano tornassi a casa».

Sevra Baklaci shows a picture of her when she was working at Syrian Arab News AgenceNovembre 2013, la guerra continua, Sevra è a Damasco e dalla Turchia le propongono di candidarsi per le elezioni a Defne, una circoscrizione della provincia Hatay per il TKP, il partito comunista turco. Lei accetta e torna lo scorso gennaio a casa.
Defne diventa circoscrizione dopo la “Metropolitan Law” di Erdoğan, che ridisegna i distretti, una legge finalizzata alle elezioni, una legge del governo per il governo.

Defne è storicamente la regione in cui vivono gli alauiti, detenendone la maggioranza. Scorporando questa circoscrizione da Antiochia, l’elettorato alauita non influirà nelle votazioni della città, ma verrà confinato nella propria circoscrizione.
«Tornai a casa e mi candidai per le elezioni del 30 Marzo. Adesso sono qui, mi sento come un pesce fuor d’acqua» dice. Il tempo che può dedicare a se stessa non è molto, per una persona che ama stare da solaA van showing the can didate Sevra Baklaci come Sevra, la carriera in politica è forse la più difficile, antitetica alla sua personalità mite. Ogni giorno si divide tra riunioni ed incontri con il pubblico. La metodologia politica è decisamente attiva e personale nella Turchia del sud, soprattutto per un partito comunista, confinato all’uno per cento dei voti. Ma Sevra, anche se ha passato diversi anni all’estero, la conoscono tutti, tutti hanno aspettative. “Defne de Sevra” recitano le scritte sui muri, “Sevra a Defne”.

Essere una donna in una società dove il maschilismo è forte, non è facile, specialmente se questa donna sta correndo per una posizione di potere. «Il fattore di essere donna è stato problematico all’inizio, la gente era scettica, ma poi hanno avuto modo di conoscermi e la situazione è decisamente migliorata. Se vincerò le elezioni, sarò la prima donna a ricoprire questa posizione in Defne».

Sevra Baklaci during a visit to a family in HarbyeSevra sta scrivendo un libro per raccontare la sua Siria, «un giorno due colpi di mortaio colpirono la sede dell’agenzia. Sono stata fortunata, » dice, «quel giorno non ero andata al lavoro. Purtroppo alcuni miei colleghi non sono stati altrettanto fortunati, ho perso degli amici quel giorno».

In tre anni la sua vita e cambiata radicalmente, ma come si vede lei fra un anno? Senza indugio e con un sorriso risponde: «Presidente di Defne!».

 

¹ KPSS – Kamu Personeli Secme Sinavi – Esame di selezione del personale pubblico.

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